E’ di quaranta milioni di euro/anno la somma che la Regione Abruzzo incasserà dal settore idroelettrico grazie alla rideterminazione dei canoni di concessione delle acque per la produzione di energia elettrica in base ad una legge presentata da Franco Caramanico. La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile la questione di. legittimità costituzionale posta da Governo sull’articolo 16 della Finanziaria regionale 2012 in quanto non ritenuta lesiva della tutela della concorrenza (articolo 117, lett. e della Costituzione), né della ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni in materia energetica e di gestione delle acque pubbliche.
“E’ una buona notizia” afferma il consigliere Franco Caramanico, presentatore dell’emendamento accolto dal Consiglio regionale “perché, grazie a questa norma, si modifica il canone dovuto alla Regione Abruzzo dalle Società titolari delle concessioni relative allo sfruttamento delle risorse idriche per la produzione di energia idroelettrica”.
In effetti, portando il canone da 27,50 euro/kw per ‘potenza nominale media’, calcolo che sottostimava enormemente la potenza delle centrali abruzzesi, a 35,00 euro per ‘potenza efficiente’, calcolo certamente più realistico, la norma permette alla Regione di introitare annualmente venticinque milioni di euro in più.
“Non nascondo la mia soddisfazione” continua Caramanico “per questo lungo e tormentato iter legislativo in materia di demanio idrico che si è ora concluso con la sentenza della Corte e con l’approvazione, nello scorso mese di ottobre, di un’altra mia proposta di legge (L.R. n. 38/2013) sulle disciplina delle grandi derivazioni ad uso idroelettrico, che permetterà una ulteriore entrata nel bilancio regionale di cinque milioni di euro”.
L’Abruzzo è la prima Regione italiana ad aver legiferato sulla determinazione dei canoni idroelettrici e ciò le permette di valorizzare al massimo il suo demanio idrico con la possibilità di incrementare i canoni fino a quaranta milioni di euro.
“E dire” conclude il consigliere di SEL “che l’assessore Febbo subito dopo l’approvazione dell’emendamento alla Finanziaria del 2012 presentò una proposta di legge che di fatto, se approvata, avrebbe vanificato in parte l’aumento dell’entrata derivante dai canoni idroelettrici. Un danno enorme (sei milioni di euro in meno), giustificato dall’Assessore in sede di discussione della sua proposta come un errore. Fu veramente difficile credergli”.
In allegato documento presentato da Franco Caramanico alla conferenza stampa di ieri mattina.Sel Abruzzo
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