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lunedì 4 agosto 2014

D’Oriano : “Continuiamo a parlare di bombe d’acqua . E’ necessario invece modificare le politiche per il territorio”

“Ben 6 milioni di  persone , in Italia , vivono in zone ad alto rischio idrogeologico e 1.260.000 sono gli edifici a rischio frane e alluvioni di cui 6122 scuole e 531 ospedali. In Veneto sono ben 525.000 le persone che risiedono in aree ad elevato rischio idrogeologico”. Lo ha affermato Vittorio D’Oriano , Vice Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi ricordando i dati  del rapporto stilato dallo stesso CNG .  “In Italia continuiamo ad impermeabilizzare ed a far perdere ai nostri terreni la loro capacità di ritenzione idrica – ha proseguito D’Oriano -  con le conseguenti immense difficoltà di dover gestire quantitativi sempre maggiori di acqua che non può più infiltrarsi. Non è un caso se ad ogni pioggia intensa larghe parti del nostro territorio si allagano. Ne deriva, è sin troppo evidente, che quei paradigmi che stavano alla base dell’espansione e della trasformazione urbana non sono più validi, per cui è necessario modificare, ed in modo radicale, le politiche per il territorio, secondo un approccio che non deve più mantenere distinte le scelte urbanistiche da quelle ambientali”. Durissimo D’Oriano “ancora si parla di scarsa conoscenza del territorio e dei rischi, di impreparazione di fronte all'emergenza. Ma anche di errori, di scelte urbanistiche sbagliate, di avidità, di comportamenti arroganti, di speculazione. Di cementificazione, tanto per addossare ad altri la responsabilità. Di mutamenti climatici e di bombe d'acqua, per invocare l'imponderabile. Su tutto, sempre, prevale appunto la naturalità dell'evento assassino.
Si piangono i morti e si seppelliscono. Si ricostruisce, ma non sempre, quanto la furia degli elementi ha danneggiato o distrutto. Ci si mette l'animo in pace.  E ci si prepara, più o meno inconsapevolmente, per la prossima emergenza.
Quante tragedie  dovremmo subire  prima che chi ha responsabilità di governo del territorio si assuma le proprie e in una vera “botta” di altruismo e di sana e vera politica provveda, se non altro, a dotarsi di professionalità in grado di leggere il territorio; conoscere anzitempo i rischi a cui va incontro o che sono insiti nelle sue principali caratteristiche geologico strutturali o orografiche?”

In Parlamento - “In Parlamento sono in discussione nuove norme per la difesa del suolo e presto vi approderanno  - ha concluso D’Oriano - anche quelle relative alla nuova “legge urbanistica” presentata qualche giorno fa al Maxxi dal Ministro delle Infrastrutture.
Le prime lasciano davvero molto a desiderare come se negli ultimi decenni non si siano fatti passi in avanti nella comprensione e nella gestione dei fenomeni di dissesto nell'accezione più ampia; le seconde sembra abbiano timore di affermare a chiare lettere non solo il principio di conservazione del suolo ma anche che la fattibilità di qualsiasi intervento urbanistico deve essere soggetto alla vocazione naturale del terreno”.
 Giuseppe Ragosta – Addetto Stampa CNG

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