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domenica 3 agosto 2014

Lettera aperta della redazione di Telemax sul diritto di cronaca sportiva

Pubblichiamo di seguito una lettera aperta della redazione di Telemax a Enzo Iacopino.

Caro presidente,
caro collega,
iniziare dall’Art. 21 della Costituzione Italiana è fondamentale: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure».
Principi sacrosanti per tutti noi, ma che sembrano essere stati sacrificati sull’altare dei diritti economici dei colossi Sky, Mediaset e Rai, con la complicità dell’Associazione radio-tv Aeranti-Corallo: ci riferiamo al diritto di cronaca sportiva.
La nostra Emittente televisiva Telemax (operatore di rete e fornitore di servizi di media audiovisivi in Abruzzo) segue il calcio ininterrottamente dal 1991, occupandosi dalla Terza categoria alla Serie A (fin quando vi ha militato il Pescara). La nostra redazione è, quindi, in grado di raccontare un pezzo di storia del diritto di cronaca sportiva.
Fino al 2009, il diritto di cronaca era rispettato: le telecamere delle Tv, regolarmente accreditate presso la Lega di riferimento, entravano negli stadi e potevano riprendere l’intero evento sportivo, compresi il pubblico sugli spalti, le coreografie delle curve, le eventuali contestazioni. Da quelle immagini, potevamo estrapolare i 3 minuti per realizzare il servizio audiovisivo, senza limiti temporali di utilizzo.
Poi, improvvisamente, tutto è cambiato, come si evince dalle ultime modifiche introdotte con la delibera 599/13/CONS del 28 ottobre 2013. Queste le motivazioni dell’Agcom: «Le modifiche apportate con la delibera pubblicata sul sito istituzionale dell’Autorità si sono rese necessarie per adeguare i regolamenti in vigore, che risalivano al 2009, alle nuove disposizioni legislative, nonché agli sviluppi tecnologici intervenuti. Il testo approvato costituisce un giusto contemperamento degli interessi dei soggetti che hanno partecipato alla consultazione, e assicura l’equilibrio tra i due principi fondamentali sottesi alla normativa di settore: il diritto all’informazione e lo sfruttamento economico dei diritti audiovisivi sportivi da parte dei legittimi detentori. È importante ricordare che gli interventi relativi alla cronaca sportiva sono solo uno degli ambiti di incidenza dell’attenzione dell’Autorità per lo sport».
Ecco cosa succede oggi in negli stadi dove ci rechiamo per svolgere il nostro lavoro di operatori dell’informazione locale:
1) Le telecamere delle Tv vengono sequestrate e rinchiuse in una stanza, fino alla fine della gara;
2) Le immagini, ovvero il diritto di cronaca, devono essere acquistate da Infront, una s.r.l. a cui la Lega di Serie B ha affidato il sevizio. Alle lamentele degli Operatori dell’informazione televisiva sul mancato rispetto dell’art.21 della Costituzione Italiana, l’Agcom ha risposto che il diritto è comunque garantito proprio perché si paga l’accesso alle immagini;
3) L’Agcom ha giustificato l’esborso economico, verosimilmente su consiglio della Lega di serie A e B, come «costi tecnici di accesso al segnale». In realtà, si compera il diritto di cronaca garantito dall’art. 21 della Costituzione Italiana. Non solo: le immagini, della durata di 3 minuti, i cosiddetti Highligts, sono selezionate da Infront s.r.l., ledendo a nostro avviso, oltre al diritto di cronaca, anche quello di critica del giornalista che non può mostrare le immagini a supporto di quanto dichiara nel servizio audiovisivo. E tutti noi sappiamo quanto sia importante nella cronaca calcistica far corrispondere le parole alle immagini. C’è, tuttavia, la possibilità di scegliere le immagini da parte dell’Emittente televisiva, ma, per fare questa selezione, è necessario acquistare un software e quindi sborsare altri soldi;
4) Le immagini fornite da Infront s.r.l., con marchio della Lega, sono oltretutto soggette a limiti temporali. Il comma 2 dell’art. 3 del Regolamento per l’esercizio della cronaca audiovisiva, pubblicato dall’Agcom allegato A alla delibera 599/13/CONS, recita: «Le immagini salienti e correlate (che sono quelle fornite da Infront s.r.l.) (…) possono essere utilizzate (…) decorso un periodo temporale non inferiore alle 3 ore dalla conclusione dell’evento e fino a 48 ore successive alla conclusione dell’evento». Il comma 3, inoltre, precisa: «Le immagini salienti e correlate (…) possono essere utilizzate dalle emittenti (…) esclusivamente nei telegiornali e nei telegiornali sportivi nazionali o locali».
Ricapitolando: non solo le Emittenti televisive locali sono costrette a comprare i cosiddetti Highlights («immagini salienti e correlate»), ma non possono nemmeno utilizzarli secondo il diritto di cronaca e di critica giornalistica. L’Ufficio per i rapporti con le Tv della Lega di serie B, da noi contattato, precisa, infatti, che le immagini che ci fornisce attraverso Infront s.r.l. sono di sua proprietà fino all’ottavo giorno dopo l’evento (ovvero la partita), dopodiché diventano di proprietà della Società di calcio che ha ospitato l’evento stesso. Quindi, qualora la redazione volesse utilizzarle di nuovo per un servizio nel telegiornale o in una trasmissione sportiva (nel nostro caso quella ufficiale di una Società calcistica, la Virtus Lanciano) dovrebbe richiedere l’autorizzazione alla stessa Società calcistica, dietro altro pagamento. Tutto ciò ci sembra davvero un’ingiustizia.
La Lega giustifica le modifiche apportate con la Delibera in questione in nome della nuova tecnologia e degli interessi economici di chi si aggiudica i diritti televisivi. Comprendiamo che vanno tutelati i diritti di chi investe milioni di euro sullo sfruttamento del calcio, così come crediamo, d’altro canto, che debbano essere tutelati i diritti di coloro i quali quotidianamente lavorano sul territorio, garantendo l’informazione, seguendo gli allenamenti, partecipando alle conferenze stampa (almeno due a settimana), seguendo gli eventi promossi localmente dalla stessa Lega e dalle Società (incontri con gli anziani, i portatori di handicap, le scuole, le varie iniziative di solidarietà): noi cronisti delle Emittenti locali ci siamo sempre.
L’Ufficio legale della Lega si preoccupa, inoltre, che non vengano lesi i diritti televisivi. Ci chiediamo come noi potremmo mai violarli: forse facendo rivedere le «immagini salienti e correlate», selezionate dalla Lega e pagate dalle Emittenti televisive, nei Tg o nelle trasmissioni sportive con bacino regionale? E poi, quali diritti, quali interessi economici andrebbero a ledere le Tv locali? La verità, secondo noi, è che l’unico diritto violato è quello riconosciuto dall’art. 21 della Costituzione Italiana.
Non chiediamo nulla di più che il rispetto della Costituzione Italiana, del diritto di cronaca e la libertà di poter svolgere il nostro lavoro di giornalista.
Noi siamo convinti che, se si ha la volontà, si può modificare l’art. 3 del Regolamento finora citato che non esistiamo a definire vergognoso. Se è davvero imprescindibile che le Emittenti televisive locali debbano acquistare le «immagini salienti e correlate», chiediamo che almeno la Lega le lasciasse utilizzare senza limiti temporali, avendo riguardo anche a ciò che accade in curva. Sono tante le occasioni in cui abbiamo chiesto a Infront s.r.l. di segnalare agli operatori di ripresa di inquadrare più spesso le curve e dare maggiore spazio anche alle iniziative (poche, a dire il vero, dopo le limitazioni introdotte per la sicurezza negli stadi) programmate dai tifosi. In base alla nostra esperienza, possiamo testimoniare che vengono riprese solo le coreografie di squadre blasonate mentre vengono snobbate le altre; per non parlare di falli da rigore dubbi e discussi, poi, per settimane. È facile immaginare a chi rivolgono le lamentele i tifosi quando le curve non vengono inquadrate a sufficienza o quando si censurano falli da rigore o contestazioni: di certo non chiamano Sky, Mediaset o Rai ma si rivolgono a noi cronisti delle redazioni locali.
Dulcis in fundo, l’art. 5 co 1 del Regolamento di Lega ci obbliga ad archiviare per un periodo di tre mesi esclusivamente le immagini utilizzate e trasmesse e a distruggere, da subito, tutte le immagini non utilizzate. In un Paese civile questa si chiamerebbe censura?
Riteniamo ingiusto iniziare una nuova stagione di cronaca sportiva, in cui la nostra Emittente, come tante altre, investe gran parte delle risorse economiche e di personale (anche a scapito di altri eventi di cronaca locale), con queste aberranti limitazioni.
Riteniamo, altresì, ingiusto il divieto di utilizzare gli Highlights all’interno di programmi sportivi con inserzioni pubblicitarie (spot o banner che comunque non vanno mai a coprire gli Highlights) perché sono per noi fonte di guadagno, per poter recuperare almeno in parte i fondi spesi per i «costi di accesso al segnale».
Se le inserzioni pubblicitarie sono completamente vietate nel corso delle trasmissioni, le Tv come potranno recuperare i costi di produzione? Non è, anche questo, un limite alla libertà di impresa?
Infine, sono decine e decine, compresa la nostra, le Emittenti locali multate di migliaia di euro per aver trasmesso fuori termine consentito gli Highlights. A noi, ad esempio, è toccata una multa da oltre 6 mila euro, somma che equivale all’acquisto di diritti televisivi per la prossima stagione: come potremmo recuperarli?
La Serie B si è affidata ad una società, ci è stato riferito, che monitora e registra le Tv a campione per scovare le violazioni: sappiamo che a pensar male si fa peccato, ma non vorremmo che la stessa società chiuda un occhio con chi ha acquistato determinati pacchetti vincolandosi per tre anni, mentre cala la scure su chi, invece, ha rescisso il contratto per un mero risparmio economico aziendale.
Per noi è giunto il momento di dire basta. Se le Associazioni di riferimento non ci ascolteranno, siamo pronti ad organizzarci con iniziative indipendenti. L’avv. Mauro Maiolini dell’Aeranti-Corallo, da noi contattato telefonicamente e consapevole delle multe e delle lamentele da ogni parte d’Italia, pare aver già buttato la spugna: «perché – ci ha detto - bisognerebbe intervenire chiedendo una modifica della legge». Non ci sembra un ostacolo insormontabile: fino ad ora non hanno forse modificato la legge più volte per accontentare gli insaziabili colossi televisivi e la Lega?
Confidando nel tuo interessamento,
ti salutiamo cordialmente.
Paola D’Alonzo, estensore
Leonarda D’Alonzo, direttore responsabile Telemax

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