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mercoledì 8 ottobre 2014

Al tavolo dei Buoni Propositi

Disagio ed un malessere diffuso nelle parole franche e genuine in una conviviale di primo autunno nella saletta di una pizzeria, si potrebbe dire, qualunque. A Tollo però è periodo di vendemmia. Stagione per raccogliere e verificare l’annata. In una tavolata completa in ogni ordine e misura la sequenza di quadretti visti ed imprevisti confermano uno stato di disordine politico purtroppo condiviso. Analisi, ricostruzioni, visioni e controvisioni per delineare il carattere di una gestione per molti versi forse labile, ma sicuramente carente. Che sia stata una stagione ottima sembrerebbe ancora presto per dirlo ma che alcuni indicatori territoriali disegnano un quadro non proprio eccellente, questo emerge dai dubbi e dalle perplessità che balenano, in successione, nella mente e nelle parole degli insoliti contadini d’arte di governo e d’amministrazione varia della campagna teatina. Coltivatori di una grande campagna dunque, di un territorio sconfinato e spesso incontrollabile per via di scorribande dalla costa, superbi arroccamenti e di bizzarre autarchie dalla collina e dalle valli teatine. Occorre riordinare le idee, bisogna registrare la struttura organizzativa e di controllo, si rende necessario un impegno comune e partecipato questa volta fino in fondo ed in modo chiaro. Per un prodotto eccellente si rende necessaria una macchina a regime. Non si può tralasciare nulla; tutti devono partecipare, tutti hanno bisogno di esprimere le proprie capacità e disponibilità, ma soprattutto tutti devono avere opportunità di manifestare la propria appartenenza ad un partito che si direbbe democratico. Chi ha responsabilità non può tralasciare nulla, non può affidarsi agli esperimenti, alle estemporanee, ma soprattutto non dovrebbe abbandonarsi alle superficialità o addirittura al caso. Chi ha responsabilità e ruolo può contare su uomini esperti e capaci; su persone affidabili e ricche di mille risorse: e meno male che ci sono. Inutile ricorrere a mercenari o ad improbabili legionari. Dalla città del vino, simbolo di un Abruzzo vero e leale, una tavolata di mille buoni propositi per un aiuto necessario, un sussidio pronto, un sostegno sicuro per una macchina comune dalle forme affascinanti, dalle funzioni perfettibili e dal successo garantito.

Nando Marinucci

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