Pagine

mercoledì 4 marzo 2015

I giorni di Fukushima, Uomo Scienza e Natura: l’11 marzo scienza ed arte rileggono la storia

L’11 marzo Fukushima torna a rivivere a L’Aquila. In occasione del quarto anniversario della tragedia che sconvolse l’oriente, il Dipartimento di Scienze Umane, a partire dalle 17 ospiterà la conferenza dal titolo “I giorni di Fukushima  - Uomo, Scienza e Natura”. Obiettivo dell’evento - organizzato dall’associazione culturale e studentesca Eidos, con la partnership dell’Università dell’Aquila, di BACKSTAGE UNIVAQ e di Enea - è rileggere la storia di quei giorni attraverso la lente della scienza ma anche della filmografia e dell’arte. 
“L’evento - spiegano gli organizzatori - non mira ad alimentare una discussione sulla validità della tecnologia nucleare ma a fornire alla platea gli strumenti necessari a chiarire gli aspetti che, purtroppo, non furono analizzati dai media con la freddezza propria del causa-effetto ma con l’emotività umana”.
Caratteristiche dell’incontro saranno la multidisciplinarietà e l’aspetto divulgativo. Esperti del settore aiuteranno a comprendere cosa è davvero accaduto quell’11 marzo 2011. Interverranno l’ingegner Federico Rocchi, unità tecnica per la sicurezza dei reattori e del ciclo di combustibile dell’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile), i Professori di area geologica e sismica Antonio Moretti e Gianluca Ferrini , il Prof. Guido Macchiarelli, ordinario di anatomia, e la Dott.ssa Maria Grazia Palmerini, tutti afferenti al Dipartimento di Medicina clinica, sanità pubblica, scienze della vita e dell'ambiente dell’Università degli Studi dell’Aquila,.
 Tutti gli interventi saranno introdotti dalla lettura di estratti e poesie, e dall’accompagnamento del flauto traverso. Seguirà la proiezione del film “Fukushima no Daimyo” (Il Signore di Fukushima), alla presenza del regista Alessandro Tesei. Il corto, vincitore del premio L’Anello debole 2014 - Corti della realtà, racconta la storia di Masami Yoshizawa, unico allevatore rimasto a vivere nell’area contaminata e pone di fronte all’interrogativo: “fuggire ed abbandonare la propria terra contaminata o accettare l'esposizione e lottare?”.
Sarà l’occasione per non dimenticare un passato ancora vicino, i cui effetti restano indelebili nella vita di una comunità, sullo sfondo di una città fantasma. Un modo per capire la natura, che solo la scienza può proteggere dall’errore umano.

Massimo Prosperococco - Università degli Studi dell’Aquila - Comunicazione, web e social network

Nessun commento:

Posta un commento