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domenica 22 marzo 2015

Mari Rosa Barbieri parla della sua ultima fatica letteraria

Negli ultimi giorni è uscito il romanzo breve di Mari Rosa Barbieri, dal titolo “Le confessioni di un bambini castrato”.
Questa è la trama: Filippo è un avvocato di successo in punto di morte. Quando apprende di essere malato, decide di affidare le sue memorie ad un quaderno. La destinataria è sua figlia Anima, nata dal rapporto extraconiugale tra Filippo e la sua amante, Maria. Il diario/confessione raccoglie i frammenti della sua infanzia “castrante” segnata da una rigida educazione. Il libro è un viaggio psicoanalitico negli Inferi della mente. Un disvelamento delle paure e delle castrazioni psicologiche che tutti, indistintamente, viviamo o abbiamo vissuto.
Mari Rosa Barbieri, oltre a dirigere il giornale on line "Evento Abruzzo", è una scrittrice e giornalista abruzzese. Dirige il suo blog http://portanews.blogspot.it ed ha pubblicato la raccolta di versi e RacCorti “Dissacrata…Mente”.
L’abbiamo intervistata sul suo ultimo lavoro editoriale, “Le confessioni di un bambini castrato”.


- “Le confessioni di un bambini castrato”, di che cosa si tratta?

- Questo è un romanzo breve, io lo definirei di ambito psicologico, è uno scavo interiore nei meandri di quella che è la psiche umana, fatta di diversi aspetti e di diverse sfaccettature, infatti il romanzo narra della vita di un uomo che ha vissuto un’adolescenza alle prese con un’educazione restrittiva e fatta di consuetudini, convenzioni, pregiudizi e anche tabù. Quest’uomo nel romanzo ripercorre le tappe della sua infanzia e lo fa sotto forma di lettera aperta a sua figlia Anima ch eè nata da un rapporto extraconiugale.

- È una storia vera?

- Non è una storia vera però ha molti rimandi e riferimenti autobiografici. La mia ispirazione sono stata io perché scrivendo mi baso molto sulla mia biografia.

- In questo testo un aspetto centrale è quello psicologico?

- Esattamente. Io lo definirei anche psicoanalitico, mi piace definirlo in questo modo in quanto il protagonista riprende degli aspetti nascosti del proprio passato, quindi entra in contatto con la sua psiche, c’è un flusso e praticamente si confessa.

- Anche se sono due lavori diversi, c’è un filo conduttore con “Dissacrata… Mente”?

- Si, lo spirito dissacrante e dissacrato e soprattutto la denuncia. Io tratto dei temi anche abbastanza scomodi, sono abbastanza occultati dalla società da un perbenismo che io definisco maculato, dei temi scomodi come l’eutanasia, l’aborto, la corruzione all’interno della chiesa, delle violenze perpetrate da parte di alcuni membri della chiesa, i danni anche a bambini e via dicendo. Tratto delle tematiche molto dissacranti, quindi il leitmotiv che congiunge questi due scritti è proprio la vena dissacrante.

- Ti definisci “un essere amorale che vive di circostanze eticamente corrette”, come ci spieghi questa tua definizione?

- Io faccio un distinguo tra morale ed etica. La morale è l’educazione precostituita e preconfezionata che è data dalle Istituzioni base della società che può essere lo Stato, che può essere la Chiesa, che può essere la famiglia. Io non aderisco a quel tipo di morale. L’etica invece è una morale personale in un certo senso, quindi aderisco alla mia etica, alle circostanze eticamente corrette, l’etica di Mari Rosa Barbieri è un’etica alla quale aderisco, mi identifico non con i dettami delle Istituzioni esterne, ma all’inseguimento della mia etica e della mia morale.

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